LA RINOPLASTICA: Cosa possiamo aspettarci dall’intervento?
Nella stragrande maggioranza dei casi, il paziente che chiede un incontro al chirurgo plastico per “rifarsi il naso”, ha un problema al negativo: “non mi piace il mio naso” e alla domanda “cos’è che non le piace in particolare?” risponde “tutto” e soprattutto si trova in grosso imbarazzo al rispondere a: “come lo vorrebbe?”. A mio modesto parere, questo avviene perché il paziente deve essere guidato e messo in condizione di avere idee chiare su come gli piacerebbe il “naso nuovo”. La chiave più importante della soddisfazione del risultato si ha quando “il paziente sa cosa vuole ed il chirurgo ha capito cosa vuole il paziente”. Questo perché nella proposta della correzione FUNZIONALE (cioè di eventuali deviazioni del setto, ipertrofia dei turbinati, nasi ”in sella”,etc.) c’è una predominanza del medico sul paziente: in altre parole il medico spiega le procedure per la correzione ed il paziente può soltanto rispondere sì o no. Nel caso del “progetto estetico” la predominanza è del paziente sul medico, in quanto il chirurgo plastico non può fare il naso che piace a lui, ma quello che piace al paziente; per ottenere questo ovviamente il professionista deve mettere in condizione il paziente di poter scegliere ed in maniera definitiva, in quanto il naso non è come ad esempio una giacca, che uno compra, poi non gli piace più, e la lascia nell’armadio. Nella scelta del nuovo profilo entra in gioco il concetto di “naso naturale”. Questo non vuol dire certo che il nuovo naso debba avere difetti vistosi, ma che non deve attirare l’attenzione di chi guarda il paziente, più del resto del viso, e quindi di non trascurare gli occhi, i capelli, e via dicendo. Questo da un punto di vista oggettivo, ma più importante ancora da un punto di vista soggettivo, in quanto un naso “finto”, o peggio ancora che faccia riconoscere il chirurgo che lo ha operato, può facilmente non essere accettato dal paziente e nel suo intimo avere la sensazione che sia un qualcosa di “posticcio”, incollato sul vecchio naso, o comunque un qualcosa che non gli appartenga. Per ottenere un buon grado di soddisfazione credo che il concetto di naso “naturale” si possa ottenere correggendolo in senso QUANTITATIVO e non QUALITATIVO. In altre parole la natura quando “sbaglia” lo fa in quantità, dando troppo osso o troppo poco, troppa cartilagine o troppa poca, e quindi il chirurgo deve assecondare questo concetto, e non stravolgere il naso per farne una “opera d’arte”. Quando camminiamo per strada non facciamo caso a chi cammina accanto a noi, ma se chi ci sta accanto ha lo smoking o un bastone o una gamba ingessata, attira la nostra attenzione. Il nuovo naso non deve attirare la attenzione più del resto del nostro volto. Chi ci conosce deve avere la sensazione “questo naso non ha bisogno di essere operato, ma non è stato operato”.
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